domenica 11 dicembre 2011

L' Osservatore di culi

                                                                      
                                                                      L’osservatore di culi
                              Due punti di vista
Esistono svariati punti di vista attraverso cui si può osservare il mondo. Alcuni possono essere leciti, punti di vista di cui non vergognarsi, altri invece, decisamente illeciti, da tenere assolutamente nascosti. Nonostante la mia morbosa passione per il fondoschiena femminile, ho sempre pensato che  il mio punto di vista di sacerdote  fosse immacolato. E pensare che quando ero adolescente, sognavo che un giorno sarei divenuto fotografo visto il mio forte interesse per la fotografia. Ben presto, tuttavia,  mi resi conto che io in realtà ero solamente attratto dal posteriore delle donne e la macchinetta fotografica rappresentava solo un mezzo  per fotografarlo. Magari sarei potuto diventare  uno di quei fotografi che si aggira sui set dei film porno ma a me non interessava fotografare il sedere delle attrici hard. Amavo invece  ritrarre, di nascosto, quello delle ragazze normali, incontrate per strada. Di certo, quello non poteva diventare un lavoro motivo per cui a 20 anni, per fare contenti i miei, indefessi osservanti della religione cattolica, decisi di prendere i voti. Facendo questa scelta mi illusi che, col passare del tempo, sarei guarito dalla mia sconcia patologia e che mi sarei dedicato solamente a servire Dio ma così non fu. Essa, come un dolce tarlo continuava solleticarmi la mente soprattutto ora che quel genere di  foto mi era sempre più difficile farle. A  lungo mi sono tormentato per trovare una soluzione  finchè alla fine non sono giunto a questa conclusione:  se non potevo più scattarle io quelle foto, forse avrei potuto trovare qualcun altro che lo facesse per me. Dovevo mettere un annuncio ma non potevo chiaramente metterlo su Porta Portese.

Ho sempre sostenuto con poca convinzione il mio punto di vista. Anzi probabilmente non ne ho mai avuto uno fisso  visto che cambio molto spesso idea. Sono disoccupato, non sono ricco e nonostante questo non ho mai avuto voglia di fare un cazzo nella mia vita. Mai uno stimolo per migliorare la mia situazione. Dopo i miei disastrosi trascorsi scolastici, mi sono iscritto senza alcun entusiasmo ad un corso di laurea in filosofia, facoltà che ritenevo la meno peggio ed infatti non l’ho mai terminato. Per questo motivo, i miei genitori, giunti al loro limite massimo di sopportazione, per la mia inveterata  apatia o fancazzismo a seconda del  punto di vista,tanto per restare in tema, mi hanno intimato di andarmi a cercare un lavoro entro breve altrimenti mi avrebbero cacciato di casa. Non volendo un lavoro normale, quasi per scherzo ho deciso di rispondere via mail a quello strambo annuncio, scritto a penna, trovato sulla parete della toilet di un pub. Fotografo di  culi cercasi. No perditempo. Lauta ricompensa. Per info: osservatorediculi@yahoo.it . Ho scritto che, pur non avendo mai posseduto una macchinetta fotografica e quindi  abbia scattato raramente delle fotografie, ero comunque interessato al lavoro. Pensavo che non mi avrebbero mai risposto e invece così non è stato.

                            L’incontro
Dal tono della mail mi era piaciuto quel ragazzo, soprattutto  per la sua candida ammissione di non aver mai fatto foto. Difficile trovare persone oneste oggi. A vederlo dal vivo, invece, mi fa esattamente l’impressione opposta. Emaciato, con le occhiaia tipiche di chi abusa delle droghe, indossa una giacca sgualcita e al collo quella specie di sciarpa che adoperano i palestinesi. Dice che si chiama kefiah quando gli chiedo che cosa sia. Scommetto che è uno di quei facinorosi che vanno alle manifestazioni a tirare i sassi alla polizia e nominano il nome del Signore  invano. E poi è diffidente,in un certo senso altezzoso. Posso capirlo non gli sto certo offrendo un posto in banca ma è pur sempre un lavoro ben pagato.
" 10 euro ogni culo fotografato! 10 culi, 100 euri" esclamo per fare un certo effetto su di lui.Ed in effetti una certa impressione la desto ma non abbastanza perché lui continua a chiedermi che genere di foto debba fare, se debbano essere foto di nudo. Rispondo di no.
" Vorrei semplicemente che tu fotografassi, possibilmente senza farti scoprire, culi di ragazze normali, incontrate per strada."
Tiro fuori dalla giacca la mia macchinetta fotografica e gliela porgo.
" Farai le foto con questa! Ti pagherò quando deciderai di smettere e mi riconsegnerai la macchinetta. Nel frattempo manderai le foto scattate all’email che sai."

                        Primo giorno di scatti
                    
                               (In centro)
Ho accettato, con titubanza lo ammetto ma ho accettato. Del resto devo fare pur qualcosa per guadagnare e non farmi cacciare di casa. Certo mi viene da sorridere a pensare a come potrei spiegare ai miei, senza fargli prendere un infarto, il genere di lavoro che faccio. Il Fotografo di culi. Mi vesto da turista e dato che non so esattamente come si veste un turista, mi illudo di somigliare ad uno di loro semplicemente perché porto al collo una macchinetta fotografica, poi mi reco in centro. Qui, dopo poco, mi accorgo che sarebbe stato meglio togliere il flash per non attirare troppo l’attenzione. Una formosa ragazza bionda mi scopre, infatti,  mentre immortalo il suo fondoschiena sull’obbiettivo. Per farla desistere dal suo irremovibile proposito di controllarmi la macchinetta e accertarsi che l’abbia effettivamente fotografata, devo ricorrere a non so quale arte magica. Per fortuna dopo un’po’ si stanca e mi pianta lì, fulminandomi con uno sguardo tra il disprezzo e la compassione. Proseguo il resto della giornata a scattare foto ma rinunciando ad adoperare il flash. Alla sera nella memory card conto 30 foto. Armandomi di infinita pazienza  le allego una alla volta alla mail e gliele invio.

                      Secondo giorno di scatti
                         (Al parco)
Mi ha risposto il mattino dopo. Rimproverandomi, proprio così rimproverandomi per non avere usato il flash. Le foto sono quasi tutte scure, mi ha scritto e quindi inservibili. Inservibili per cosa?Mi chiedo. Per fartici le seghe sopra? Comunque  anche questo lavoro non fa per me, ennesima dimostrazione del fatto che il lavoro in generale non fa per me. Decido, tuttavia, di riprovare un’altra volta. In un posto dove ci sia luce in abbondanza. Propendo per il parco. Ho sempre detestato l’attività sportiva, di qualsiasi genere essa sia, ancor di più quella praticata la domenica mattina dagli sportivi occasionali. Flaccidi personaggi in preda ai sensi di colpa per le loro scriteriate abitudini alimentari della settimana, si illudono di porvi rimedio, facendo finta di correre al parco quell’unico giorno a settimana. Purtroppo ho bisogno di un posto dove ci sia molta luce per evitare di adoperare il flash. Mi vesto quindi da runner questa domenica mattina. Un runner atipico, provvisto di macchinetta fotografica che siede su una panchina ai lati del percorso per i corridori. Esiste la parola seater per definire chi siede? Di buona lena e rischiando un’insolazione, comincio a fotografare culi di donne che corrono. Decido di smettere nel momento in cui un pastore tedesco si avventa su di me, quasi sbranandomi, infastidito dal rumore dello scatto. Alla sera nella memory card conto 25 foto. Mando la consueta email, allegando le foto e attendendo la sua risposta.

               Terzo ed ultimo giorno di scatti
                        (Puttantour)
Non devo necessariamente vestirmi da puttana per andare a fotografarle. Dal tono della sua mail di risposta, questo pare proprio che sarà il mio ultimo giorno di lavoro e che verrò licenziato, cosa che accade molto spesso quando decido di mettermi a lavorare. Comunque non è che me ne freghi mai molto quando capita per i lavori normali, figuriamoci per questo. Per il mio ultimo giorno di scatti, decido di fare la cosa meno rischiosa per scegliere i miei culi: il puttantour. Non saranno culi di ragazze normali ma tanto uno vale l’altro. Girovago una notte intera nei posti dove so di trovarle e scatto. Scatto come un forsennato, utilizzando anche il flash e per questo facendo fuggire alcune e incazzare altre. All’alba conto 200 foto nella memory card. 2000 euro, penso. La mia liquidazione per questo lavoro di merda. Gli scrivo via mail dell’ingente bottino che sta per ricevere, per fargli venire l’aquolina in bocca  e  soprattutto per dargli il tempo di raccogliere i soldi che mi deve. All’ora di pranzo leggo la sua risposta e il luogo dell’appuntamento.
                            L’appuntamento
Esistono svariati punti di vista attraverso cui si può osservare  il mondo, alcuni possono essere scomodi, punti da cui si vede male, da altri invece si vede talmente bene da riuscire addirittura a leggere nel cuore delle persone. Dall’altare della chiesa, per esempio, quando officio la messa, ho l’opportunità di avere una visuale sul mondo oltremodo privilegiata. Nel momento in cui recito la predica, rimango sempre affascinato dalle facce dei fedeli. Li vedo che pendono dalle mie labbra. Sento che potrei raccontargli qualsiasi frottola e loro mi crederebbero sulla parola. Ho dato l’appuntamento a quel ragazzo proprio qui, e lui arriva esattamente nel momento in cui sto per finire di celebrare la sacra funzione. Lo vedo che avanza, esitante verso i primi banchi dove sono assiepati i parrocchiani più affezionati, quelli  che non mancano mai. Questo non se lo aspettava davvero. Chissà cosa pensa di me? Un prete con il vizio di fare foto sconce. Magari crede di sputtanarmi davanti a tutti? Ma nel tempio di Dio chissà se vale più la sua parola della mia? Lo guardo, lui mi guarda, ha l’espressione sbigottita di chi è rimasto davvero colpito. Per un attimo resto in silenzio, poi, come se stessi declamando un nuovo episodio del vangelo, comincio a parlare.
" Nel tempio di Dio, quest’oggi è venuto a trovarci un ladro. La settimana scorsa, come ben sapete qualcuno si è introdotto nella sagrestia, rubando tra le altre cose la mia preziosa macchinetta fotografica. Ma nostro Signore è così misericordioso da convincere chi ruba, a pentirsi subito dopo."
Tutti mi osservano, sono a conoscenza del furto e della mia grande passione per la fotografia. Ignorano ovviamente quali siano i soggetti da me prediletti ad essere fotografati. Cominciano a scrutarsi tra loro cercando di capire a chi mi stia riferendo. Basta poco perché i loro occhi si concentrino sull’ultimo arrivato. Emaciato, con le occhiaia tipiche di chi abusa delle droghe, indossa una giacca sgualcita e al collo quella specie di sciarpa che adoperano i palestinesi. Probabilmente sarà  uno di quei facinorosi che vanno alle manifestazioni a tirare i sassi alla polizia e nominano il nome del Signore  invano.
"Non avere timore ragazzo vieni avanti.Lo so che sei venuto a riportarmi la macchinetta fotografica."

Nessun commento:

Posta un commento